COPENHAGEN

2 days / 15 talks
Awesome and great blog

January 25-27
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dal 28 settembre al 8 ottobre Provenienti da una collezione privata di Città di Castello, le opere in mostra di Bruly Bouabré, appartenenti alla serie L'art et le monde de la mode, con il loro carattere "disenciclopedico" costituiscono un caleidoscopio post-coloniale, una visione che parte dall'Africa verso il mondo; era stato lui stesso a ribattezzarsi Cheik Nadro, colui che non dimentica.


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dal 29 settembre al 1 ottobre presso il Laboratorio di Elmo Palazzi . Provenienti da una collezione privata di Città di Castello, le opere in mostra di Bruly Bouabré, appartenenti alla serie L'art et le monde de la mode, con il loro carattere "disenciclopedico" costituiscono un caleidoscopio post-coloniale, una visione che parte dall'Africa verso il mondo; era stato lui stesso a ribattezzarsi Cheik Nadro, colui che non dimentica.


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Teatro degli Illuminati

1 ottobre

ore 21:00
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Zam!
Ebale Zam Martino in concerto

Con Ivan Teobaldelli e i musicisti Vladimir Kostov, Koffi Sadjo Hetsu e Octave Agbekpenou

Fin dalla più tenera età, Ebale Zam Martino si è sentito profondamente fame-minja, cioè una natura femminile in un corpo maschile. Obbligato a scegliere l’esilio in Belgio per sfuggire alla legge omofoba del Camerun, nel suo primo e autobiografico libro,  Zam, ci espone un percorso di vita illuminante, talvolta felice, spesso difficile, invitandoci a denunciare i pregiudizi di ogni natura. A CaLibro Africa Festival ne discuterà con Ivan Teobaldelli, prima di lanciarsi in un concerto con la sua band sul palco del Teatro degli Illuminati, per il grande appuntamento di chiusura del festival.


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Zam Martino Ebale

è nato in Camerun. Ballerino, cantante e scrittore, vive e lavora in Belgio. Il suo libro, Zam, è stato pubblicato in Italia dalle Edizioni E/O nel 2023.

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Ivan Teobaldelli

è uno scrittore, giornalista e curatore. Nel 1982 ha fondato, insieme a Felix Cossolo, il mensile Babilonia, che ha diretto dal 1983 al 1995. Fra le altre cose, ha pubblicato il romanzo Esercizi di castità (Einaudi, 1993) e La biblioteca segreta. Cento romanzi che raccontano l’amore omosessuale (Sperling & Kupfer, 1997).



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Giardino della Pinacoteca

1 ottobre

ore 18:00
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Cheluchi Onyemelukwe-Onuobia
Con Lara Ricci


Nigeria, 2011. Due donne si trovano prigioniere di una banda di sequestratori per una settimana e, durante la drammatica attesa, si raccontano la storia della loro vita, scoprendo una convergenza inverosimile quanto sconvolgente. Pulsante di vitalità e umanità, l’esordio di Cheluchi Onyemelukwe-Onuobia, Due vite, due donne (finalista al Nigeria Prize for Literature e allo Scotiabank Giller Prize) è ambientato in quattro decenni di vibrante storia nigeriana e celebra la resilienza delle donne mentre trasformano quello che continua a rimanere un mondo di uomini. Di questo romanzo e di tanto altro, a CaLibro Africa Festival l’autrice converserà con Lara Ricci, che di letterature africane è appassionata critica e divulgatrice.


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Cheluchi Onyemelukwe-Onubia

è scrittrice, docente universitaria e avvocata. Insegna diritto alla Babcock University ed è direttrice del Centre for Health Ethics Law and Development, un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro che si occupa di promuovere il diritto alla salute in vari paesi dell’Africa. È managing partner di Health Ethics and Law Consulting, una società nigeriana di consulenza legale e politica sanitaria. Con il suo primo romanzo, Due vite, due donne (E/O 2022), tradotto in diverse lingue, ha vinto il Nigeria Prize for Literature affermandosi come uno dei più brillanti talenti letterari del suo paese. Vive tra la Nigeria e il Canada.

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Lara Ricci

italocanadese, è curatrice delle pagine di letteratura e poesia di «Domenica», l’inserto culturale del Sole 24 Ore. Si occupa principalmente di letteratura e poesia – con particolare attenzione agli autori africani e della diaspora o provenienti dai popoli indigeni (dai Sami ai San) – ma anche di molti altri argomenti tra cui neuroscienze, genetica, fisica, antropologia, ambiente, diritti umani. Insegna giornalismo all’università di Losanna e ha vinto il Premio Voltolino per la divulgazione scientifica nel 2004 e altri riconoscimenti giornalistici o letterari, come il Premio nazionale di poesia Maria Cumani Quasimodo.



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Biblioteca Carducci

1 ottobre

ore 16:00

Omenana
La fantascienza africana

Con Djarah Kan, Giulia Lenti e Chiara Reali

Punto di riferimento della fantascienza proveniente tanto dall’Africa quanto dalla diaspora africana, Omenana è una rivista fondata nel 2014 da Mazi Nwonwu e Chinelo Onwualu. L’antologia al centro di questo appuntamento di CaLibro Africa Festival raccoglie sedici tra i suoi migliori racconti: storie di creature mitiche, vendicatori bionici, terre desertificate, città sotterranee, improvvisi superpoteri e maledizioni. È un caleidoscopio di voci provenienti da luoghi tra loro distanti come Nigeria, Kenya e Sudafrica, Gabon e Zimbabwe, in un viaggio tra futuri alternativi e mondi paralleli che attraversa fantascienza e realismo magico, orrore soprannaturale e leggende urbane, mitologie antiche e afrofuturismi prossimi venturi. Ne parlano la traduttrice del volume, Giulia Lenti, la scrittrice e attivista Djarah Kan, autrice della prefazione, e la traduttrice ed editor di fantascienza Chiara Reali.


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Djarah Kan

è una scrittrice, femminista e attivista culturale italo-ghanese. Cresciuta a Castel Volturno, nel 2019 ha pubblicato “Il mio nome” nell’antologia Future (Effequ) e nel 2020 la sua prima raccolta di racconti brevi Ladri di denti (People).

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Giulia Lenti

viene dalle montagne di Lecco. Ha tradotto storie di alpinismo e testi di artisti e curatori e ora si occupa soprattutto di fantascienza. Per Zona 42 ha tradotto i romanzi di Tlotlo Tsamaase.

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Chiara Reali

traduttrice e consulente editoriale, ha collaborato alla comunicazione e allo sviluppo editoriale di Oscar Vault, occupandosi in particolare della narrativa queer e di fantascienza. Ha anche coordinato il progetto Le cose cambiano, rivolto agli adolescenti LGBTQIA+, e ha contribuito a organizzare le prime edizioni dei DMA (Diversity Media Awards).