COPENHAGEN

2 days / 15 talks
Awesome and great blog

January 25-27
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Teatro degli Illuminati

1 ottobre

ore 21:00
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Zam!
Ebale Zam Martino in concerto

Con Ivan Teobaldelli e i musicisti Vladimir Kostov, Koffi Sadjo Hetsu e Octave Agbekpenou

Fin dalla più tenera età, Ebale Zam Martino si è sentito profondamente fame-minja, cioè una natura femminile in un corpo maschile. Obbligato a scegliere l’esilio in Belgio per sfuggire alla legge omofoba del Camerun, nel suo primo e autobiografico libro,  Zam, ci espone un percorso di vita illuminante, talvolta felice, spesso difficile, invitandoci a denunciare i pregiudizi di ogni natura. A CaLibro Africa Festival ne discuterà con Ivan Teobaldelli, prima di lanciarsi in un concerto con la sua band sul palco del Teatro degli Illuminati, per il grande appuntamento di chiusura del festival.


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Zam Martino Ebale

è nato in Camerun. Ballerino, cantante e scrittore, vive e lavora in Belgio. Il suo libro, Zam, è stato pubblicato in Italia dalle Edizioni E/O nel 2023.

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Ivan Teobaldelli

è uno scrittore, giornalista e curatore. Nel 1982 ha fondato, insieme a Felix Cossolo, il mensile Babilonia, che ha diretto dal 1983 al 1995. Fra le altre cose, ha pubblicato il romanzo Esercizi di castità (Einaudi, 1993) e La biblioteca segreta. Cento romanzi che raccontano l’amore omosessuale (Sperling & Kupfer, 1997).



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Giardino della Pinacoteca

1 ottobre

ore 18:00
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Cheluchi Onyemelukwe-Onuobia
Con Lara Ricci


Nigeria, 2011. Due donne si trovano prigioniere di una banda di sequestratori per una settimana e, durante la drammatica attesa, si raccontano la storia della loro vita, scoprendo una convergenza inverosimile quanto sconvolgente. Pulsante di vitalità e umanità, l’esordio di Cheluchi Onyemelukwe-Onuobia, Due vite, due donne (finalista al Nigeria Prize for Literature e allo Scotiabank Giller Prize) è ambientato in quattro decenni di vibrante storia nigeriana e celebra la resilienza delle donne mentre trasformano quello che continua a rimanere un mondo di uomini. Di questo romanzo e di tanto altro, a CaLibro Africa Festival l’autrice converserà con Lara Ricci, che di letterature africane è appassionata critica e divulgatrice.


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Cheluchi Onyemelukwe-Onubia

è scrittrice, docente universitaria e avvocata. Insegna diritto alla Babcock University ed è direttrice del Centre for Health Ethics Law and Development, un’organizzazione non governativa senza scopo di lucro che si occupa di promuovere il diritto alla salute in vari paesi dell’Africa. È managing partner di Health Ethics and Law Consulting, una società nigeriana di consulenza legale e politica sanitaria. Con il suo primo romanzo, Due vite, due donne (E/O 2022), tradotto in diverse lingue, ha vinto il Nigeria Prize for Literature affermandosi come uno dei più brillanti talenti letterari del suo paese. Vive tra la Nigeria e il Canada.

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Lara Ricci

italocanadese, è curatrice delle pagine di letteratura e poesia di «Domenica», l’inserto culturale del Sole 24 Ore. Si occupa principalmente di letteratura e poesia – con particolare attenzione agli autori africani e della diaspora o provenienti dai popoli indigeni (dai Sami ai San) – ma anche di molti altri argomenti tra cui neuroscienze, genetica, fisica, antropologia, ambiente, diritti umani. Insegna giornalismo all’università di Losanna e ha vinto il Premio Voltolino per la divulgazione scientifica nel 2004 e altri riconoscimenti giornalistici o letterari, come il Premio nazionale di poesia Maria Cumani Quasimodo.



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Biblioteca Carducci

1 ottobre

ore 16:00

Omenana
La fantascienza africana

Con Djarah Kan, Giulia Lenti e Chiara Reali

Punto di riferimento della fantascienza proveniente tanto dall’Africa quanto dalla diaspora africana, Omenana è una rivista fondata nel 2014 da Mazi Nwonwu e Chinelo Onwualu. L’antologia al centro di questo appuntamento di CaLibro Africa Festival raccoglie sedici tra i suoi migliori racconti: storie di creature mitiche, vendicatori bionici, terre desertificate, città sotterranee, improvvisi superpoteri e maledizioni. È un caleidoscopio di voci provenienti da luoghi tra loro distanti come Nigeria, Kenya e Sudafrica, Gabon e Zimbabwe, in un viaggio tra futuri alternativi e mondi paralleli che attraversa fantascienza e realismo magico, orrore soprannaturale e leggende urbane, mitologie antiche e afrofuturismi prossimi venturi. Ne parlano la traduttrice del volume, Giulia Lenti, la scrittrice e attivista Djarah Kan, autrice della prefazione, e la traduttrice ed editor di fantascienza Chiara Reali.


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Djarah Kan

è una scrittrice, femminista e attivista culturale italo-ghanese. Cresciuta a Castel Volturno, nel 2019 ha pubblicato “Il mio nome” nell’antologia Future (Effequ) e nel 2020 la sua prima raccolta di racconti brevi Ladri di denti (People).

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Giulia Lenti

viene dalle montagne di Lecco. Ha tradotto storie di alpinismo e testi di artisti e curatori e ora si occupa soprattutto di fantascienza. Per Zona 42 ha tradotto i romanzi di Tlotlo Tsamaase.

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Chiara Reali

traduttrice e consulente editoriale, ha collaborato alla comunicazione e allo sviluppo editoriale di Oscar Vault, occupandosi in particolare della narrativa queer e di fantascienza. Ha anche coordinato il progetto Le cose cambiano, rivolto agli adolescenti LGBTQIA+, e ha contribuito a organizzare le prime edizioni dei DMA (Diversity Media Awards).


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Auditorium di San Giovanni Decollato

1 ottobre

ore 11:30

Scritture afroitaliane, Parte 2

Cristina Ubah Ali Farah e Anna Maria Gehnyei, con Lara Ricci

Alcuni degli scrittori e scrittrici più interessanti del panorama letterario italiano dei nostri tempi sono autrici italiane afrodiscendenti. E la loro letteratura ci offre, fra le altre cose, la possibilità di immaginare – e cogliere nelle sue molteplici forme di concretezza – un ponte ideale fra le letterature africane e quella del nostro paese, fra storie, aspirazioni e attualità del passato coloniale. La serie di due appuntamenti “Scritture afroitaliane” vedranno la partecipazione di Igiaba Scego (30 settembre) e Anna Maria Ghenyei con Ubah Cristina Ali Farah (1 ottobre), in dialogo con la critica e giornalista della Domenica del Sole 24 Ore Lara Ricci.


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Ubah Cristina Ali Farah

è nata a Verona da padre somalo e madre italiana ed è cresciuta a Mogadiscio, dove è rimasta fino allo scoppio della guerra civile nel 1991. Fuggita dal paese, dopo alcuni anni trascorsi in Ungheria è tornata in Italia e si è stabilita a Roma. Oggi vive a Bruxelles. È una poetessa e scrittrice. Oltre a Madre piccola (premio Vittorini 2008, edito da Frassinelli nel 2007 e ripubblicato da 66thand2nd nel 2022), ha scritto altri due romanzi, Il comandante del fiume (66thand2nd 2014; nuova edizione 2022) e Le stazioni della luna (66thand2nd 2021). Nel 2006 si è aggiudicata il premio Lingua Madre.

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Anna Maria Gehnyei

nota con il nome di Karima 2g, è cantante, danzatrice, e producer italiana di origine liberiana. La sua carriera artistica inizia come danzatrice ma presto diventa vocalist professionista dalle consolle delle maggiori discoteche italiane. Nel 2014 esordisce come solista e i video dei primi due singoli, Orangutan e Bunga Bunga. Nel 2022 debutta con il suo primo spettacolo teatrale If There Is No Sun, di cui è anche autrice. Il corpo nero (Fandango, 2023) è il suo primo romanzo.

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Lara Ricci

italocanadese, è curatrice delle pagine di letteratura e poesia di «Domenica», l’inserto culturale del Sole 24 Ore. Si occupa principalmente di letteratura e poesia – con particolare attenzione agli autori africani e della diaspora o provenienti dai popoli indigeni (dai Sami ai San) – ma anche di molti altri argomenti tra cui neuroscienze, genetica, fisica, antropologia, ambiente, diritti umani. Insegna giornalismo all’università di Losanna e ha vinto il Premio Voltolino per la divulgazione scientifica nel 2004 e altri riconoscimenti giornalistici o letterari, come il Premio nazionale di poesia Maria Cumani Quasimodo.


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Auditorium di San Giovanni Decollato

1 ottobre

ore 10:30

Tutto quello che non abbiamo visto

Con Tommaso Giartosio e Pap Khouma

Da una parte, uno scrittore italiano che visita l’Eritrea e che trae da quel viaggio un intenso reportage, Tutto quello che non abbiamo visto; dall’altra, uno scrittore senegalese che migra in Italia e che, primo a farlo, scrive i propri libri nella lingua del paese dove ha scelto di vivere, a partire da Io, venditore di elefanti. Quello fra Tommaso Giartosio e Pap Khouma è un incrocio di sguardi che, ben più complementari che opposti, ci porta a riflettere sulle esperienze di chi le distanze le vive sulla propria pelle, sul nostro passato comune e sui suoi riflessi sul presente delle nostre società, e lo fa attraverso la più efficace delle lenti: la scrittura della migliore specie.


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Tommaso Giartosio

è nato a Roma nel 1963. Ha pubblicato saggi, racconti, poesie, tra cui Doppio ritratto (Fazi, 1998, Premio Bagutta Opera Prima), Perché non possiamo non dirci (Feltrinelli, 2004), La città e l’isola (con Gianfranco Goretti, Donzelli 2006), L’O di Roma (Laterza, 2012, finalista al Premio L’Albatros per la letteratura di viaggio), Non aver mai finito di dire (Quodlibet, 2017). È redattore di “Nuovi Argomenti” e conduttore del programma di Rai RadioTre Fahrenheit. Per Einaudi ha pubblicato la raccolta di poesie Come sarei felice (2019, Premio Napoli) e Tutto quello che non abbiamo visto. Un viaggio in Eritrea (2023).

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Abdoulaye (detto Pap) Khouma

è nato in Senegal ma vive a Milano dal 1984. Dal 1987 ad oggi, oltre a varie esperienze all’estero, ha collaborato in Italia con istituzioni pubbliche e private, come biblioteche, università, associazioni di volontariato laiche o religiose. È un giornalista. La sua lettera aperta Io italiano nero e la mia vita ad ostacoli pubblicata nel dicembre 2009 sul quotidiano La Repubblica è stata ripresa dal Guardian (UK), De Telegraaf (Olanda), Le Monde (France), Televisione Arte (France) e da diversi quotidiani, siti e radio africane, nordamericane e dell’Est Europa. Nel 1990, insieme a Oreste Pivetta, ha pubblicato il libro Io, venditore di elefanti (Garzanti), poi dal 2006 pubblicato da Baldini e Castoldi e tradotto anche negli USA. Nel 2005 ha pubblicato il romanzo Nonno Dio e gli spiriti danzanti e nel 2010 Noi italiani neri, entrambi per Baldini Castoldi. Nel 2019 è tra i fondatori della Casa Editrice Kanaga Edizioni.