COPENHAGEN

2 days / 15 talks
Awesome and great blog

January 25-27
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Teatro degli Illuminati

30 settembre

ore 21:00

Mohamed Mbougar Sarr

Con Davide Coppo e la musica di Gianluca Franchi e Matteo Bianchini

Premiato nel 2021 con il premio Goncourt – il massimo riconoscimento per la letteratura in lingua francese – e sorprendente caso letterario, Mohamed Mbougar Sarr ci ha regalato La più recondita memoria degli uomini, un pirotecnico romanzo dominato dall’esigenza della scelta tra la scrittura e la vita e dal desiderio di andare oltre la questione del faccia a faccia tra l’Africa e l’Occidente: un vero e proprio canto d’amore alla letteratura e al suo potere senza tempo. A CaLibro Africa Festival ne parla – di questa e delle sue altre opere – con Davide Coppo, oltre a un reading esclusivo con i musicisti Matteo Bianchini e Gianluca Franchi – tutti insieme sulle tracce di T.C. Elimane, definito all’epoca il “Rimbaud negro” e autore de Il Labirinto del disumano, un libro mitico (e frutto della sfrenata fantasia di Sarr, come il suo autore) uscito nel 1938.


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Mohamed Mbougar Sarr

è nato in Senegal nel 1990 e si è poi trasferito in Francia, dove ha studiato letteratura e filosofia presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences sociales di Parigi. Il suo primo romanzo Terra violata (E/O, 2019) nel 2015 ha vinto il Prix Ahmadou Kourouma, il Grand Prix du Roman Métis e il Prix du Roman Métis des Lycéens, e per questo l’autore viene elevato al rango di Cavaliere dell’Ordine Nazionale dal Presidente della Repubblica del Senegal. Con il suo ultimo romanzo, La più recondita memoria degli uomini (E/O, 2022), ha vinto il premio Goncourt nel 2021. Il silenzio del coro (E/O, 2023), suo secondo romanzo, ha vinto il Prix littéraire de la Porte Dorée nel 2018.


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Davide Coppo

laureato in Lingue e letterature straniere, ha scritto per minima&moralia, Finzioni Magazine e altre riviste e blog letterari italiani. È editor di Rivista Studio e coordinatore editoriale di Rivista Undici.

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Matteo Bianchini e Gianluca Franchi

hanno iniziato a collaborare nella band Snow in Damascus! (“Dylar”, nel 2014, e “Unconscious Oracle”, 2018). Nelle rispettive esperienze di composizione di musiche originali per festival ed eventi teatrali, sviluppano l’interesse per un confronto specifico tra linguaggi musicali e letterari. Per CaLibro Festival 2019 e Dedica Pordenone 2021, insieme a Mathias Énard hanno realizzato uno spettacolo intorno alle sue poesie contenute in Ultimo discorso alla società proustiana di Barcellona.


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Giardino della Pinacoteca

30 settembre

ore 18:00

Amira Ghenim

Con Giorgia Sallusti e Chiara Comito

Amira Ghenim, scrittrice tunisina, è l’autrice de La casa dei notabili (2023), finalista al prestigioso International Prize for Arabic Fiction. Attraverso l’avvincente saga di due famiglie, in quel romanzo l’autrice rende omaggio in particolare al ruolo delle donne nella storia e nei movimenti della moderna società tunisina. A CaLibro Africa Festival ne parlano con lei Chiara Comito e Giorgia Sallusti, che di letterature arabe – e non solo – sono appassionate esperte e divulgatrici.


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Amira Ghenim

è nata nel 1978 in Tunisia. È scrittrice e docente di Linguistica e Traduzione presso l’Università di Tunisi. Dopo numerosi saggi, nel 2019 ha pubblicato il romanzo al-Malaf al-Asfar (Il dossier giallo), che l’anno dopo ha vinto il premio Sheikh Rashid bin Ahmad. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo La casa dei notabili (Edizioni E/O 2023), che è stato nominato nella shortlist dell’International Prize for Arabic Fiction e ha ricevuto il premio speciale della giuria del Comar d’Or, il più prestigioso premio letterario tunisino.

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Chiara Comito

è una blogger esperta di letteratura e cultura araba contemporanea. Laureata in Lingua e letteratura araba e in relazioni internazionali di Medio Oriente e Nord Africa, ha lavorato presso organismi internazionali e nell’ambito dell’editoria. Nel maggio del 2012 ha aperto il blog “editoriaraba” dedicato alla letteratura araba.

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Giorgia Sallusti

è libraia, yamatologa, traduttrice. Laureata in lingue e civiltà orientali alla Sapienza, si è specializzata in storia dell’arte del Giappone per lavorare poi all’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, prima di aprire, a Roma, Bookish, libreria indipendente specializzata in letterature del Nord Africa, del Medio e dell’Estremo Oriente. È autrice di un podcast sulla cultura giapponese. Ha tradotto la raccolta di racconti Io, lui e Muhammad Ali di Randa Jarrar per Racconti edizioni, e traduce per Mondadori letteratura young adult femminista. Scrive di libri e culture per Il manifesto e Altri animali, di cui è anche editor.


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Biblioteca Carducci

30 settembre

ore 16:00

Scritture afroitaliane, Parte I

Igiaba Scego, con Lara Ricci

Alcuni degli scrittori e scrittrici più interessanti del panorama letterario italiano dei nostri tempi sono autrici italiane afrodiscendenti. E la loro letteratura ci offre, fra le altre cose, la possibilità di immaginare – e cogliere nelle sue molteplici forme di concretezza – un ponte ideale fra le letterature africane e quella del nostro paese, fra storie, aspirazioni e attualità del passato coloniale. La serie di due appuntamenti “Scritture afroitaliane” vedranno la partecipazione di Igiaba Scego (30 settembre) e Anna Maria Ghenyei con Ubah Cristina Ali Farah (1 ottobre), in dialogo con la critica e giornalista della Domenica del Sole 24 Ore Lara Ricci.


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Igiaba Scego

è nata a Roma nel 1974. Collabora con La Lettura – Corriere della Sera e Internazionale. Tra i suoi libri: Pecore nere, scritto insieme a Gabriella Kuruvilla, Laila Wadia e Ingy Mubiayi (Laterza 2005); Oltre Babilonia (Donzelli 2008); La mia casa è dove sono (Rizzoli 2010, Premio Mondello 2011), Roma negata (con Rino Bianchi, Ediesse 2014), La linea del colore (Bompiani 2020, Premio Napoli), Figli dello stesso cielo (Piemme 2021), Cassandra a Mogadiscio (Bompiani 2023, candidato al Premio Strega) e l’antologia Africana. Raccontare il continente al di là degli stereotipi, curato insieme a Chiara Piaggio (Feltrinelli, 2021). Le sue opere sono tradotte in molte lingue.

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Lara Ricci

italocanadese, è curatrice delle pagine di letteratura e poesia di «Domenica», l’inserto culturale del Sole 24 Ore. Si occupa principalmente di letteratura e poesia – con particolare attenzione agli autori africani e della diaspora o provenienti dai popoli indigeni (dai Sami ai San) – ma anche di molti altri argomenti tra cui neuroscienze, genetica, fisica, antropologia, ambiente, diritti umani. Insegna giornalismo all’università di Losanna e ha vinto il Premio Voltolino per la divulgazione scientifica nel 2004 e altri riconoscimenti giornalistici o letterari, come il Premio nazionale di poesia Maria Cumani Quasimodo.


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Nuovo Cinema Castello

30 settembre

ore 9:30

Rafiki

Un film di Wanuri Kahiu – Introduzione di Alessandro Jedlowski

Rafiki è un film drammatico keniano del 2018 diretto da Wanuri Kahiu. È la storia di amicizia e tenero amore che cresce tra due giovani donne, Kena e Ziki, in mezzo alla famiglia e alle pressioni politiche sui diritti LGBTQ+ in Kenya. Il film ha avuto la sua prima internazionale nella sezione Un Certain Regard a Cannes nel 2018: è stato il primo film keniano ad essere proiettato nella storia del festival.


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Wanuri Kahiu

nata nel 1980, è una regista, produttrice e scrittrice keniana. È unanimemente considerata una delle figure fondamentali della vibrante scena artistica africana dei nostri tempi. Ha diretto circa dieci film, e Rafiki è la sua opera più nota e premiata

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Alessandro Jedlowski

è un antropologo dei media, attualmente professore associato di Studi africani presso Sciences Po Bordeaux. Le sue ricerche si sono concentrate principalmente sulle culture visuali contemporanee africane. Collabora regolarmente con festival cinematografici in Francia, Italia e Nigeria e con riviste scientifiche e divulgative internazionali e italiane (The Journal of African Cultural Studies, African Studies Review, Lo Straniero, Gli Asini, The Conversation e altre).


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Museo della Tela Umbra

30 settembre

tre turni:
10.30-12.30
14.30-16.30
16.30-18.30

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MOABI
A far pace con la foresta

Laboratori per bambine e bambini 0-99 anni

Moabi è un albero millenario che ci racconta tutto ciò che ha visto e vissuto: l’arrivo dei dinosauri, degli uccelli, di tutti gli animali della foresta, e poi del suo unico nemico: l’uomo. Moabi però è un albero molto saggio, e sa che un giorno anche gli esseri umani riusciranno, se lo vorranno, a far pace con la foresta.

Con l’albo illustrato Moabi di Mickaël El Fathi (Terre di Mezzo) a farci da sfondo, entreremo in una suggestiva foresta di carta bianca, vergine, una foresta che si animerà solo con l’ingresso dei bambini e delle bambine, con suoni, luci, ma soprattutto con la fauna che loro stessi inventeranno e realizzeranno insieme all’artista Ruggge.

I laboratori con Ruggge – adatti a bambini e bambine da 0 a 100 anni – si svolgeranno in tre turni nella giornata di sabato 30 settembre, con prenotazione obbligatoria al link disponibile dal 21 settembre in questa pagina e nei nostri canali social.

Domenica 1 ottobre sarà invece possibile visitare la mostra, ascoltare la lettura dell’albo illustrato e godersi la merenda offerta da Coop Centro Italia, il tutto nella cornice del Museo della Tela Umbra, in Via Sant’Antonio.


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